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Davide Ballardini, l'uomo che dominò la tempesta

Davide Ballardini, l'uomo che dominò la tempesta

Storia di un allenatore che ha elevato il concetto di sofferenza.

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Rivista Contrasti
nov 03, 2023
∙ A pagamento
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Davide Ballardini, l'uomo che dominò la tempesta
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Al triplice fischio della sfida contro il Verona, valevole una sofferta salvezza del Palermo all’ultima giornata, persino l’introverso Davide Ballardini cede all’emozione e si lascia travolgere dall’ondata d’entusiasmo dei 33 mila della Favorita. Un traguardo, quello del 15 maggio 2016, agguantato al termine dell’annata più folle dell’era zampariniana, con allenatori cacciati a ripetizione e alcuni di questi richiamati, tra cui appunto il Balla, in una precarietà lavorativa portata all’estremo e attraverso la quale leggere l’intera carriera del mister romagnolo. Già abituato a presidenti mangia-allenatori del calibro di Cellino, Preziosi e quindi Zamparini, tuttavia Ballardini non aveva mai mostrato una gioia viscerale e senza freni al momento delle precedenti imprese, quelle con Cagliari e Genoa.

“ Certi presidenti ti sgretolano il cervello. Il nostro calcio non si basa più su competenza e separazione dei ruoli ma sul profitto e sul mercanteggiare. E il mestiere di allenatore è sminuito. Mio nonno pensava che non fosse mica un lavoro. Gli dicevo che mi pagavano e lui allora: ‘Ho capito, fai l'artista’ ”.

- La Repubblica, 1 febbraio 2016

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