🟢 Contrasti ULTRA #31
Oggi parliamo delle follie saudite di CR7, dell'aumento globale del prezzo dei biglietti, di tifosi sempre più drogati e sempre più violenti, di O.J. Simpson e di molto altro ancora.
Vivere contro l’evidenza, by Cristiano Ronaldo
Buona domenica a tutti, cari amici. Lo so che oggi potrei e dovrei parlare di tante cose: del caos turco che flirta con il teatro sperimentale, laddove il Fenerbahce sta minacciando di lasciare il campionato, mandando in campo l’under 19, ritirando la squadra dopo un minuto (e dopo aver preso gol) nella finale di Supercoppa contro il Galatasaray; di Gianluca Mancini che ha sventolato la bandiera col ratto, una bandiera talmente geniale che forse non se ne è reso conto neanche chi l’ha realizzata, e per cui la FIGC ha aperto un fascicolo con la stessa velocità con la quale Maurizio Mosca aveva annunciato, a suo tempo, l’arresto del celebre ascoltatore.
Dovrei parlare di quel ‘tifoso’ saudita in tribuna d’onore che ha preso a frustate un giocatore dell’Al-Ittihad, scena che apre lo squarcio su un mondo quantomai intrigante e di certo più interessante di quello Premier League; o della telecronaca Rai di Milan-Roma, scandita per mezz’ora buona dai beceri cori di un capo ultras rossonero i quali hanno sovrastato le voci di Adani (Deo gratias) e del povero Bizzotto, già costretto a sorbirsi Lele nazionale in cabina di commento; ancora dovrei parlare di Neymar che gioca a poker online durante il compleanno della figlia, cosa che ha indignato gli indignati del web, e del buon Lazza che ha cantato “voi siete napoletani” all’indirizzo dei romanisti, di certo l’apice della sua carriera musicale.
Dovrei parlare di tante cose e però, consentitemi, questa domenica voglio concentrarmi solo ed esclusivamente su un uomo. Un uomo che vive contro l’evidenza, per citare una felice espressione di Emil Cioran, ovvero il segreto per vivere felici o comunque per vivere e basta.
Per andare avanti, per portare a sera le giornate e addormentarsi e risvegliarsi e lavorare e badare alla famiglia e pagare le tasse e andare in palestra e portare giù il cane, organizzare il fine settimana la gita fuori, la cena nel localetto x, il viaggio nella capitale europea del cazzo y durante il ponte del 25 aprile che hai visto che bello! si unisce con quello del primo maggio!, ecco la nostra massima aspirazione, un grande ponte il più lungo possibile sullo stretto delle nostre vite, e allora vedi che possiamo ricaricarci e continuare ancora un po’ ad interessarci, impegnarci, credere, parlare, dispensare opinioni al tavolo del pranzo e della cena, a metterci in giacca e cravatta e funzionare, proseguire, cercando oasi nel deserto delle nostre esistenze in tutte quelle attività residuali che ci fanno andare avanti, lo yoga, i corsi di pittura, i corsi di sommelier, i corsi di cucina, le perversioni sessuali, appassionarsi a Sinner, le troie e la cocaina, le serie tv e le tv in serie, il consumismo esperienziale, il consumismo speciale che siamo tutti unici, è così che ti fotte il marketing, è così che ti fotte la vita, quando invece siamo tutti in saldo, tutti siamo ai saldi, ai centri commerciali tutti unici e speciali eppure com’è allora che siamo tutti in fila tutti negli stessi posti sempre più indistinguibili, anche nei volti, lo diceva già Pasolini che sono i volti ad aver perso l’anima non ci vuole mica Lombroso, tutti speciali ma tutti uguali perché poi se le cose, per di più le stesse cose, non possiamo conquistarle, possederle, ingurgitarle, metterci un marchio di possesso e mostrarle allora non valgono, non esistono, condividere per riempire il vuoto, per placare l’angoscia che sale, si insinua e striscia, che voglio vedere se non poteste raccontarlo o postarlo, brutti stronzi, quanti di voi andrebbero a Petra, in Giordania, che Dio vi fulmini, e ora devo smetterla perché sono in apnea narrativa.
Non ricordo più da dove ero partito, sono tre notti che non dormo… ah sì, l’apologia dell’uomo contro l’evidenza: Cristiano Ronaldo. Di più, Cristiano Ronaldo in versione araba.