🟢 Contrasti ULTRA #30
Oggi parliamo di Xabi Alonso, delle critiche a De Zerbi e dell'elogio ai calciatori con la maglia nei pantaloni, di Glasgow Rangers, dei tifosi dell'AIK e di molto altro ancora.
Signore e signori, finalmente è arrivato il caldo. Ahh che meraviglia, basta con questa storia per cui “no ma sai l’inverno, il freddo”, mitomanie da adolescenti anti-conformisti e tenebrosi o da adulti antisociali: viva il caldo e il global warming, che mi permette di prendere il sole in terrazza a marzo ed avere il colorito di Carlo Conti a maggio, alla faccia di Greta e tutti quegli ambientalisti forastici che poi, se comunque dobbiamo crepare tutti, tanto vale farlo con un posto al sole in compagnia di ventenni dalle “tette claustrofobiche”, come cantava Fedez prima di diventare icona della Sinistragram.
Fossero i cambiamenti climatici il problema, in questo genocidio silenzioso che sta colpendo tutti noi e soprattutto la mia generazione, e che uno dopo l’altro sta impallinando pure i migliori, rendendo ogni giorno chiunque mi circondi più vuoto, perso, violentato nell’anima e rallentato nel cervello – tutti tranne me, ovviamente, che sto alla grandissima, meglio di così si muore (e non escludo di esserci vicino)! Diversi di voi mi hanno scritto comunque, caro Brasile, non limitare i tuoi spunti allo sport, travalica, trascendi, entra in politica! (questo forse no).
Ed effettivamente parlare di sport comincia a starmi un po’ stretto, costretto, come sono, a scrivere della Adidas che mette al bando la maglia della nazionale con il numero 44 perché, con quel determinato font, richiamerebbe le due SS delle Schutzstaffel. Posto che ora per riflesso da bastian contrario, una postura che a parte sull’estate/inverno ho mantenuto, vorrei quella maglia più di qualsiasi altra cosa al mondo, penso mi rivolgerò al mercato nero (l’avete capita? Nero…!, ahaha) per acquistarla, vabè insomma cosa volete che vi dica su questo: se la realtà sportiva è diventata l’angolo del Brasile, repetita iuvant, questa rubrica dovrà pure un po’ innovarsi, smarcarsi.
Comunque, prima che passi al ‘tema’ del giorno, prima di incartarmi sul Ramadan e altro, volevo dedicare un pensiero a Napoli, che finalmente ha battuto un colpo – e qualche sparo – forse offendendosi perché qui l’avevo definita una città ormai venduta al turbo turismo e al consumismo alimentare-esperienziale. Ebbene l’altro giorno uno squarcio, un paio di clan impazziti mi hanno ridato speranza, da ciò le mie scuse sentite e ufficiali.