🟢 Contrasti ULTRA #23
Oggi parliamo del povero Christian Horner, di Conte, di Nadal senza ipocrisie, di Lazio-Bayern e di Marco Pantani. Nick Roggero ci ricorda il compianto Kelvin Kiptum.
Salvate il soldato Horner
Buona domenica a tutti, cari amici. Intanto vi ringrazio per tutte le segnalazioni, link, suggerimenti che in un modo o nell’altro mi fate arrivare, nella speranza che io metta nero su bianco quello che altri non osano scrivere, dire, pensare: una posta del cuore che è più una posta dell’apocalisse e che, a occhio e croce, prevede almeno una ventina di reati secondo le normative vigenti. Questa settimana vorrei dedicare una menzione speciale per Leonardo, che mi ha mandato lo striscione dei tifosi del Milan rivolto agli ospiti del Napoli con su scritto “NO ALLA TESSERA, SÌ AL PASSAPORTO”, allegando poi la multa da 8mila euro inflitta dal giudice sportivo al club e il commento: li hanno puniti perché è vero, non si può più dire nulla. Che dire, caro Leonardo… citando Parenzo: “Mi scusi, lei per chi ha votato? Grazie, non ho altre domande”.
Tifosi milanisti che hanno indirizzato anche cori più o meno simpatici, tra cui “vincerete… Sanremo!”. E a proposito posso dirvi, troppa roba su Sanremo: mi dovete scusare ma ho un’età, sono stanco di continuare con il conformismo dell’anticonformismo, a fare il figo perché non vedo Sanremo o a scagliarmi contro il catechismo liberal-progressista del Festival della canzone italiana. Non lo vedo e non mi piace, come diceva non ricordo chi dei libri (non l’ho letto e non mi piace, assolutamente geniale), so solo che ha vinto una con il nome di un frutto e che invece il ‘pubblico da casa’ avrebbe voluto vincesse un trapper di Secondigliano, e già questo è tutto dire. Altro non so, e ad essere onesto Sanremo mi interessa quanto il programma e le alleanze di +Europa per le prossime elezioni – leggevo recentemente che Renzi e Calenda si stanno contendendo Emma Bonino, poveri loro, un tempo almeno si contendevano la Boschi.
Comunque, a proposito di donne e di contese, fatemi lanciare un appello per il soldato Chris, Horner, team principal della Red Bull dal 2005 che ha messo le ali (l’avete capita?) alla scuderia di Milton Keynes. Horner che è finito sulle prime pagine dei tabloid inglesi e nel tritacarne social-mediatico, con tanto di indagine interna aperta dalla Red Bull e interrogatorio condotto da un avvocato esterno, per “comportamento inappropriato” ai danni di una propria dipendente.
Interrogatorio durato 8 ore (OTTO), che poi ha coinvolto anche altre persone, in un’atmosfera che secondo il Sun avrebbe portato la moglie di Horner, l’ex Spice girl Geri Halliwell, alle lacrime per le “accuse bomba” lanciate contro suo marito, “terrorizzata dal fatto che la sua vita possa sgretolarsi” e che “il dramma possa trascinarsi per anni”. Ma cosa avrà mai fatto Christian Horner per arrivare a tutto ciò? Doppia vita, violenze sessuali, pedofilia, omicidi? No, sexting. Come dite, cos’è il sexting? È mandare le proprie foto osé, diciamo così, a persone con cui si chatta. Insomma, tutto questo casino perché, a quanto pare e a quanto filtra, Horner avrebbe inviato la foto del proprio… beh insomma avete capito a una dipendente della Red Bull, esercitando un “grave comportamento di controllo” e una inaccettabile forma di “coercizione” (?) ai danni della povera e turbata ragazza/donna.
Dalla scuderia hanno solo fatto sapere di un “comportamento trasgressivo e di controllo”, mentre il buon Horner ha negato tutte le accuse definendole “folli”. Non so se sia una battaglia interna per il potere in Red Bull, cosa molto probabile, onestamente neppure mi interessa, ci manca solo che mi metta a pensare agli equilibri interni di una scuderia inglese di F1 col nome di una bevanda nauseabonda, bevanda che non darei neanche al cane del mio vicino, maledetto, il vicino e il cane, che abbaia forastico alle 6 del mattino neanche fosse una di quelle nazi-femministe coi capelli blu che su Twitter vogliono condannare lo stesso Horner ai lavori forzati – e a corsi intensivi di rieducazione contro la mascolinità tossica, s’intende.