Della cultura Casuals si conosce l'origine spazio-temporale ma non si conoscono (altrettanto precisamente) le variabili interne al suo sviluppo. Per tenerci ancorati ad un tragitto, senza disperderci in rotte immaginarie, seguiremo lo stesso percorso seguito dalle vie della Transalpino,
“un’organizzazione studentesca di turismo giovanile con sede a Myrtle Parade nel quartiere studentesco di Liverpool; in soldoni, sotto i 26 anni riuscivi ad andare ovunque spendendo niente. C'era il trucchetto del cancellino che consisteva nel comprare un biglietto per Parigi potendo poi arrivare fino a Mosca; bastava cancellare la destinazione e scrivercene una nuova”. (1)
Torneremo a parlare del grande tema del viaggio. Ora però cerchiamo di sfogliare le prime pagine della nostra storia. Siamo a Liverpool, luogo unico, senza paragoni possibili. Corre l'anno 1977. La città sta evolvendo, la musica sta cambiando e per una strana alchimia interna i gusti della working-class si fondono con quelli dell'arte musicale. Non solo (non più soltanto) Beatles. David Bowie, soprattutto. E poi i The Who, la musica Oi! e il punk.
Oltre ad un magazine che ha fatto la storia di Liverpool in quel bizzarro momento storico: The End, fondata da quel Peter Hooton del racconto della Transalpino, citato poco sopra. Peter, insieme ad altri migliaia di ragazzi, è protagonista del movimento culturale più curioso (e ancora oggi scarsamente approfondito) d’Europa dal Dopoguerra in poi: quello dei Casuals.